Lella Costa, la donna che racconta le donne (coi monologhi)

Nata a Milano nel 1952, il 30 settembre l'artista compie 69 anni. Nei suoi lavori invita a riflettere con leggerezza e ironia su temi legati all'universo femminile, trattando di parità di genere, emancipazione e stereotipi.

Attrice, scrittrice, doppiatrice: Lella Costa è una delle artiste più più apprezzate del panorama italiano. Nata a Milano nel 1952, il 30 settembre 2021 compie 69 anni. È nota soprattutto per i suoi monologhi, dove tratta spesso temi legati all’universo femminile e al ruolo della donna nella società contemporanea.

Sorella di Mario Costa, il famoso professore di musica, Lella ha studiato presso l’Accademia dei Filodrammatici e nel 1980 ha esordito in teatro con il suo primo monologo. Dopo i primi successi ha cominciato a frequentare trasmissioni televisive, tra cui Ieri, Goggi e domani, Omnibus, La TV delle ragazze, Fate il vostro gioco, Ottantanonpiùottanta e Il gioco dei nove e Maurizio Costanzo Show. Ha anche preso parte ad alcuni film, tra cui Ladri di saponette, di Maurizio Nichetti.

Ha partecipato anche a Zelig e nel 2012 è stata ospite fisso a L’infedele di Gad Lerner su La7. Nel 2018 ha aderito al progetto di Claudio Bisio Comedy Pills, realizzando brevi sketch formato audio disponibili ora su Audible, la piattaforma musicale di Amazon. Al festival estivo La scena delle donne, ha portato in scena i personaggi femminili della Divina Commedia, prendendo spunto dalle figure femminili dantesche per parlare di emancipazione e parità di genere.

È stata anche la voce narrante del documentario della Rai Amica di salvataggio, dedicato alla memoria della scrittrice Alessandra Appiano. I suoi monologhi più famosi raccontano di donne che lottano contro gli stereotipi di genere, che combattono il maschilismo becero. Nei suoi testi, nelle sue poesie, disegna un mondo in cui le donne sono costantemente sotto pressione e devono confrontarsi con le aspettative che la società impone loro periodicamente.

Lo fa sempre con leggerezza, Lella, poiché convinta che anche le tematiche più difficili si possano affrontare armati di un bel sorriso e di tanta ironia. Uno scudo che l’artista ha imparato a usare, soprattutto visto la sua appartenenza ad un’ambiente, quello comico, dove la figura maschile è predominante. Nei suoi racconti e nei suoi monologhi sulle donne e per le donne, è racchiuso il segreto del suo successo: uno sguardo profondo capace di scandagliare la realtà e di restituirne chiaramente i contorni.

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