Liliana Resinovich, per la famiglia non è suicidio: il marito "sapeva dell'amante e la portò ad abortire"

Secondo una recente intercettazione la donna, scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e trovata morta il gennaio seguente, sarebbe rimasta incinta dell’amico Claudio Sterpin.

Ben 30 anni prima della sua scomparsa, Liliana Resinovich rimase incinta dall’amico Claudio Sterpin e fu accompagnata ad abortire dal marito Sebastiano Visintin. È quanto emerso da una recente intercettazione ambientale, nella quale si sente il compagno della donna triestina, sparita a dicembre 2021 e ritrovata morta nel gennaio successivo, mentre racconta a una persona l’episodio.

L’intercettazione è relativa a una conversazione del 5 marzo 2022, dove la persona che interloquisce con Visintin gli chiede come mai lui e la moglie non avessero avuto figli: a quel punto l’uomo racconta l’episodio, avvenuto nel 1990 o 1991. In quell’occasione, Resinovich avrebbe quindi rivelato la gravidanza al marito, che l’avrebbe poi accompagnata in ospedale per abortire.

Secondo l’avvocata Gabriella Marano, legale della famiglia Resinovich, quanto appreso è una prova del fatto che Visintin sapesse, come da lui stesso dichiarato pubblicamente, che la moglie andava a stirare le camicie a Claudio, come confermato alla sottoscritta direttamente da alcuni testimoni che descrivevano questi fatti durante una conversazione avvenuta nel mese di agosto del 2021”, e che quindi “non poteva non sospettare di una frequentazione di Lilli con Claudio. Anche la qualità e la quantità dei contatti intercorsi tra i due, ovvero tra Liliana e Claudio, che ci consegna la consulenza informatica, va in questa direzione”, riporta Repubblica.

Mia sorella e Claudio Sterpin, da sempre, hanno avuto una ‘relazione speciale’ che, con alti e bassi, si è trascinata negli anni, fino agli ultimi tempi; questo ormai si può considerare un dato certo, nonostante il marito Sebastiano continui goffamente a negare”, sostiene Sergio Resinovich, fratello della 63enne scomparsa, come riportato da Repubblica.

Alla luce di questo, la famiglia ribadisce la propria posizione parlando ancora una volta di omicidio, nonostante il parere iniziale della Procura di Trieste secondo la quale la donna si sarebbe suicidata: “Non aveva ragioni per suicidarsi e più andiamo avanti con le indagini e più mi convinco di come questa ipotesi sia assurda e inverosimile”, conclude l’uomo.

Liliana Resinovich è scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021, e il suo cadavere è stato ritrovato il 5 gennaio successivo. A oltre due anni dalla sua morte, non è ancora stato chiarito se si tratti di omicidio o di suicidio, anche se è certo, in base a quanto rilevato dalla prima autopsia, che la donna sia morta per scompenso cardiaco acuto.

La famiglia Resinovich ha sempre negato con forza la possibilità che la 63enne si sia tolta la vita, opponendosi alla richiesta di archiviazione della Procura e riuscendo ad ottenere una nuova consulenza. Nel corso delle nuove indagini gli inquirenti hanno quindi sequestrato i telefoni sia del marito, Sebastiano Visintin, sia dell’amico Claudio Sterpin, con il quale la donna aveva avuto in passato una relazione. Si attendono ora i risultati della seconda autopsia, effettuata il 15 febbraio 2024.

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