Monica Guerritore omaggia Strehler portando in scena L'Anima buona di Sezuan

In occasione del centenario dalla nascita del Maestro, l'attrice riprende il suo allestimento del 1981 della pièce di Bertolt Brecht, di cui diventa interprete e regista. Dal 4 al 17 settembre al Teatro Manzoni di Milano.

Nell’anno del centesimo anniversario della nascita del Maestro Giorgio Strehler (nato il 14 agosto 1921), Monica Guerritore lo omaggia riportando in teatro il suo allestimento de L’Anima buona di Sezuan. Si tratta di una pièce di Bertolt Brecht, scritta tra il 1938 e il 1941, che Strehler aveva messo in scena nel 1981. L’attrice, sua devota discepola, ha deciso di tornare sul palco in veste di interprete e regista per ricordarlo.

Dopo un anno e mezzo di stop forzato degli spettacoli teatrali, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, Monica Guerritore torna in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 4 al 17 novembre 2021. E lo fa con uno spettacolo realizzato nel rispetto della versione di Strehler, pur con alcuni tagli (altrimenti sarebbe durato più di tre ore). La storia prende le mosse da una sola e semplice domanda: perchè siamo diventati così cattivi?

La pièce racconta di Shen Te, una prostituta che vive nella remota regione cinese di Sezuan, a cui si manifestano tre divinità: queste ultime le raccomandano di non abbandonare mai la sua virtù più importante, la bontà. La donna apre così una tabaccheria, ma viene subito circondata da parenti e amici che cercano in tutti i modi di approfittare della sua gentilezza e generosità. Per affrontarli, Shen Te si traveste da Shui Ta, un cugino cattivo.

Lo spettacolo vuole quindi mettere in primo piano il fatto che l’uomo è buono per natura, ma che per sopravvivere ha bisogno di diventare cattivo, di combattere contro gli altri, di diventare egoista e di indossare una maschera che lo faccia apparire più determinato.

“La grande intuizione di Brecht fu proprio quella di far interpretare la bontà e la cattiveria dalla stessa persona, un’anima che è un essere vivente e che in sé porta ambedue le facce. Tutti gli attori interpretano più ruoli e l’atto liberatorio e salvifico sta proprio nell’accettare il doppio, che alberga n ognuno di noi”,

ha spiegato Monica Guerritore presentando il suo lavoro. Il messaggio di fondo del testo di Brecht è quello di trovare la salvezza nel rapporto con gli altri, nella solidarietà tra esseri umani che diventa realtà soltanto se riusciamo a togliere quella maschera di cattiveria che il mondo ci obbliga ad indossare:

“Al termine della rappresentazione, con noi attori stretti gli uni agli altri sul proscenio, sarà la voce di Strehler a dirci il valore dell’amore. Per Brecht, per noi, e il senso più intimo che può assumere, perfino se disperato, nella sua purezza. E raccoglierci in un sentimento comune. Così forte, ora. Nel nome di un teatro civile, politico, di poesia”.

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