Paul Alexander, che da quando aveva 8 anni ha vissuto in un polmone d’acciaio, è morto a 78 anni a causa di un’infezione da Covid-19.

A dare notizia della morte di Paul Alexander, originario del Texas, è stato un aggiornamento pubblicato sulla sua pagina GoFundMe e firmato dall’attivista per i diritti dei disabili Christopher Ulmer. “Paul è andato al college, è diventato avvocato e scrittore. La sua storia ha viaggiato in lungo e in largo, influenzando positivamente le persone in tutto il mondo”, ha scritto Ulmer nel commento.

Paul Alexander è sopravvissuto alla poliomielite, che ha contratto quando aveva 6 anni, nel 1952: i medici della sua città natale, Dallas, lo hanno operato salvandogli la vita, ma il bambino è rimasto paralizzato dal collo in giù. La malattia lo ha reso incapace di respirare autonomamente, inducendo i medici a collocarlo in un cilindro metallico, dove avrebbe trascorso il resto della sua vita. Paul Alexander era soprannominato “L’uomo dal polmone di ferro”, come si legge anche sul sito di GoFundMe.

Dopo anni Paul Alexander ha imparato a respirare da solo ed era in grado di lasciare il polmone per brevi periodi di tempo. Alexander ha anche visto l’invenzione del vaccino antipoliomielite negli anni Cinquanta da parte di Jonas Salk, che ha praticamente debellato la malattia nel mondo occidentale.

Nel corso della sua vita si è laureato in legge e ha esercitato la professione di avvocato, pubblicando anche un libro di memorie.

Il fratello di Paul Alexander, Philip Alexander, ha detto in un’intervista alla BBC che lui considerava Paul Alexander “un “fratello normale” e che non ha mai pensato a lui in modo diverso. “Litigavamo, giocavamo, facevamo festa, andavamo ai concerti insieme – era solo un fratello normale, non ci ho mai pensato”, ha detto Philip Alexander alla BBC.

La salute di Paul Alexander è peggiorata nelle ultime settimane e i due fratelli hanno trascorso i suoi ultimi giorni insieme, condividendo barattoli di gelato. “È stato un onore essere con lui nei suoi ultimi momenti”, ha detto Philip Alexander.

La sua storia ricorda quella italiana di Rosanna Benzi, deceduta a quasi 43 anni a Genova il 4 febbraio 1991, che ha vissuto quasi trent’anni in un polmone d’acciaio, che lei chiamava scherzosamente “il mio scaldabagno”. Benzi contrasse una poliomielite bulbo-spinale, molto grave, che la paralizzò nel 1962, quando aveva 13 anni.

Benzi si è battuta fortemente per i diritti dei disabili durante tutta la sua vita. “Spero che il lavoro che ho iniziato vada avanti. Spero di lasciare di me l’immagine di una donna con pregi e difetti. Un po’ matta, un po’ ironica. Spero di non aver fatto brutte figure”, aveva detto alla Rai poche settimane prima della sua morte.

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