Una signora di 89 anni, residente a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, è stata picchiata, violentata e rapinata nell’androne del suo palazzo nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2023.

La donna, che soffre di problemi cognitivi, era uscita di casa per recarsi alla farmacia di viale Casiraghi intorno all’una di notte. Giunta sul posto, ha incontrato il suo aggressore: l’uomo, inizialmente disponibile e gentile con la vittima, si è offerto di riaccompagnare la signora a casa, come dimostrano le videocamere di sicurezza locali, che li hanno ripresi mentre si avviavano verso l’abitazione della donna. Video che dimostrano anche la camminata barcollante dell’uomo e che hanno fatto sospettare agli inquirenti che avesse potuto aver assunto alcol o sostanze.

È solo poco dopo l’arrivo dei due presso il condominio della donna che l’aggressione ha avuto inizio: dopo aver spinto l’anziana a terra, l’uomo inizia a percuoterla e violentarla. Infine, prima di andarsene, le ruba i soldi che la signora aveva portato con sé per recarsi in farmacia. Dopo l’episodio, l’anziana è riuscita a fare rientro nel suo appartamento.

È il custode ad accorgersi di quanto accaduto, il mattino seguente, quando, dopo aver trovato delle tracce sospette nell’androne, decide di chiamare i carabinieri. Giunti sul posto, questi ultimi trovano la signora in stato confusionale e con chiari segni di percosse sul corpo. Percosse poi confermate dalle analisi effettuate alla clinica Mangiagalli, ma soprattutto dai video delle telecamere di sicurezza dello stabile.

Il sospettato, nel frattempo, aveva fatto perdere le sue tracce, ricostruite solo parzialmente: da altre telecamere si erano infatti visti i suoi spostamenti di quella notte, da Sesto San Giovanni fino a Milano, in Corso Buenos Aires. Poi, più nulla fino al 6 ottobre, quando i militari lo riconoscono nei pressi della stazione, basandosi, oltre che sui tratti somatici, anche sull’abbigliamento e sulle scarpe: parrebbe trattarsi di un uomo di origine egiziana senza fissa dimora, di 42 anni. Ora, un test del DNA confermerà la sua eventuale responsabilità.

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