Sono 3 le proposte di legge presentate alla Camera, a firma di Arturo Scotto (PD), Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi-Sinistra) e Giuseppe Conte (M5S): le proposte vertono tutte sulla settimana corta.

Le proposte di legge sulla settimana corta, anche se incentrate sullo stesso tema, sono diverse tra loro e per questo verranno esaminate insieme nella XI commissione della Camera.

La proposta del PD, firmata da Arturo Scotto, è stata presentata nell’ottobre del 2023 e si concentra su una “agevolazione contributiva” per la stipulazione di contratti che spingano la “progressiva riduzione dell’orario”. La retribuzione, quindi, sarebbe la stessa e l’agevolazione per i datori di lavoro sarebbe l’esonero del 30% dei complessivi contributi previdenziali dovuti per il periodo di sperimentazione della settimana corta. La percentuale, però, salirebbe al 40% per le prestazioni lavorative considerate gravose o usuranti.

Il testo di legge depositato da Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi-Sinistra, invece, era già stato proposto nell’ottobre del 2022: si tratta di una settimana corta da 34 ore lavorative a parità di retribuzione. Nel testo si sottolinea il collegamento tra orari ridotti e tassi di occupazione, che aumentano con una quantità minore di ore lavorative. Nella proposta di Fratoianni, però, ci sono delle categorie escluse come il personale scolastico e quello delle forze armate e non si può superare le 8 ore giornaliere e le 40 settimanali con lo straordinario. La proposta comprende un fondo per incentivare i datori di lavoro a diminuire di almeno il 10% l’orario settimanale (del 15% in caso di straordinari e sanzioni). Ci sarebbe anche la possibilità di una imposta patrimoniale.

Nella proposta depositata da Giuseppe Conte, del M5S, si riconosce alle organizzazioni sindacali e ai datori di lavoro la possibilità di redare contratti con la riduzione delle ore settimanali di lavoro (con pari retribuzione) fino a un minimo di 32 ore, che possono essere distribuite nell’arco della settimana regolare o sulla settimana corta di 4 giorni. I datori di lavoro sarebbero agevolati per i primi 3 anni con un esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali e assicurativi.

In Italia ci sono già alcune aziende che hanno adottato la possibilità della settimana corta: Luxottica sta sperimentando la settimana corta, su base volontaria, con circa 10mila lavoratori coinvolti e se la sperimentazione dovesse ottenere i risultati sperati il progetto entrerebbe stabilmente in azienda da gennaio 2025. Anche Intesa Sanpaolo ha disposto una settimana corta da 9 ore lavorative al giorno e 4 mesi di smart working all’anno, e Lamborghini ha redatto un accordo per una settimana lavorativa di 33 ore e mezzo.

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