All’età di 15 anni, la giovane Kara Robinson Chamberlain è stata rapita da un serial killer ma è incredibilmente riuscita a scappare, aiutando in seguito la polizia nella sua cattura.

Nel primo pomeriggio del 24 giugno 2002, Kara Robinson Chamberlain stava innaffiando le piante e i cespugli nel cortile di casa di un amico a West Columbia, nella Carolina del Sud. A un tratto le si è avvicinato un uomo affabile che teneva in mano alcuni opuscoli.

“Mi ha detto: ‘I tuoi genitori sono a casa?'” ha raccontato Kara (ora 35enne) in un’intervista a People. “Io gli ho detto ‘questa non è casa mia, è la casa di un mio amico'”. E lui ha detto: ‘Ok, e i genitori del tuo amico sono a casa?’ E io ho detto: ‘No, sua madre non è a casa in questo momento.'”

A quel punto l’uomo – in seguito identificato come il serial killer Richard Evonitz – le si è avvicinato ancora di più con la scusa di volerle lasciare qualche volantino. All’improvviso, l’uomo ha estratto una pistola, l’ha premuta contro i collo di Kara e l’ha obbligata a salire sul sedile posteriore di un’auto.

Mentre Evonitz guidava, Kara cercava di tenere a mentre i movimenti compiuti dalla macchina, nella speranza di ritrovare in seguito la strada di casa. La ragazza ha cercato di memorizzare ogni piccolo dettaglio riguardante l’uomo che l’aveva rapita, tra cui il numero di serie all’interno del contenitore di plastica in cui l’aveva costretta a inginocchiarsi.

“Il mio meccanismo di sopravvivenza diceva: ‘Va bene, raccogliamo quante più informazioni possibili'”, ha affermato Kara. “Avevo molta paura ma la volontà umana di sopravvivere non deve essere sottovalutata”.

Evonitz si è alla fine fermato davanti al suo appartamento, è sceso dall’auto e ha imbavagliato Kara, bloccandole anche le mani con delle manette. L’ha poi trascinata all’interno dell’appartamento e l’ha violentata per 18 ore. Nonostante il terrore, Kara ha cercato nelle ore seguenti di tenere calmo il suo aguzzino, parlandogli con dolcezza e assecondandolo il più possibile.

Questo tipo di comportamento ha permesso a Kara di salvarsi. “Lo ha messo a suo agio e si è guadagnata la sua fiducia. Ed è quello che fanno i negoziatori della polizia”, ha ​​spiegato lo sceriffo Leon Lott di Richland County.

Nelle prime ore dell’alba, mentre Evonitz dormiva, Kara è riuscita a liberarsi e a scappare di soppiatto. Ha poi raggiunto la più vicina stazione di polizia e ha raccontato tutto ciò che era accaduto. Quando i poliziotti sono giunti nell’appartamento di Evonitz, però, l’uomo era già fuggito. All’interno hanno tuttavia rinvenuto un armadietto chiuso a chiave con ritagli di giornale sugli omicidi irrisolti di tre ragazze: Sofia Silva e le sorelle Kati e Kristin Lisk. Le tre ragazze erano scomparse cinque anni prima del rapimento di Kara.

La polizia ha in seguito catturato Evonitz a Sarasota, in Florida, dopo un inseguimento in autostrada. L’uomo si è poi tolto la vita con un colpo di pistola.

Ora Kara dedica la sua vita a diffondere la speranza negli altri sopravvissuti e lavora come investigatrice su casi di abusi sui minori e aggressioni sessuali.

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