Jenny Halpern Prince, co-fondatrice dell’associazione di beneficienza Lady Garden Foundation, ha scritto sul Guardian di come lo “speculum vergine” o virgin speculum sia la prova che la medicina è ancora piena di miti che fanno male alle donne.

Come scrive Prince sul Guardian, circa 16 milioni di donne nel Regno Unito di età compresa tra i 25 e i 64 anni sono eleggibili per il test di screening cervicale, ma solo 11,2 milioni si sono sottoposte a esso nel 2022, il livello più basso degli ultimi dieci anni.

Secondo Prince, non c’è da stupirsi se sempre meno donne britanniche si sottopongono al test di screening cervicale al compimento dei 25 anni d’età. Nonostante il test non sia fisicamente doloroso per la maggior parte delle donne, infatti,”il test può essere inutilmente doloroso dal punto di vista emotivo, e senza una buona ragione“.

Questo perché molte donne vivono l’esperienza di sedersi con le gambe divaricate e le “”parti intime” scoperte, per poi sentire l’infermiera che chiede di usare “lo speculum vergine“, scrive Prince.

Si tratta di un termine “arcaico” e inutilmente sessualizzato per indicare lo speculum extra piccolo. Come scrive Prince, questo nome non dovrebbe essere usato nel 2023 e “crea chiaramente un senso di vulnerabilità“.

La Lady Garden Foundation chiede che questo strumento venga rinominato “speculum extra-small” o almeno che venga usato il suo termine medico, ovvero speculum Pederson. A oggi il termine “speculum vergine” non solo viene usato dai medici e dai pubblicitari di dispositivi medici, ma viene anche insegnato nelle scuole di medicina.

Il termine “speculum vergine“, spiega Prince, venne istituito nel 1800, nel pieno di una cultura estremamente misogina, e non può essere ancora in vigore al culmine delle conquiste femministe di oggi.

La nostra campagna per porre fine all’uso del termine speculum vergine fa seguito alla scoperta di Vice UK che ad alcune donne britanniche viene negata un’adeguata assistenza sanitaria perché vergini“, ha scritto Prince. “In alcuni casi sono state negate scansioni o sonde nell’interesse di “preservare” la loro verginità. La dottoressa Ranee Thakar, presidente del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, ha dichiarato che “gli operatori sanitari non devono perpetuare miti dannosi sulla ‘verginità’ quando parlano alle donne della loro salute sessuale e riproduttiva“.

La verginità, essendo un costrutto sociale senza alcuna realtà biologica, non dovrebbe avere un ruolo nel compromettere le cure mediche riservate alle donne né creare loro ansietà.

Tutte le donne dovrebbero essere consapevoli dell’importanza di sottoporsi al test di screening cervicale e di farlo con fiducia, indipendentemente dal loro stato sessuale“, ha concluso Prince.

Cambiare il termine “speculum vergine” col suo nome medico o con il termine “speculum extra small” è un cambiamento che potrebbe apparire piccolo, ma ridurrebbe l’ansia psicologica legata ai test di screening cervicale, perché l’ansia emotiva è importante quanto l’ansia del dolore fisico.

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