Turchia, trovata viva dopo 90 ore sotto le macerie Hilal Bilgi, bambina di 10 anni

Mentre il bilancio sale a quasi 22mila morti, dalle zone disastrate arrivano anche storie di salvataggi. Per potere estrarre la piccola dai resti del palazzo crollato, i soccorritori le hanno dovuto amputare un braccio.

Sono passate ben più di 72 ore – il tempo medio considerato come soglia oltre la quale diventa quasi impossibile riuscire a trovare sopravvissuti sotto le macerie – da quando il terribile terremoto ha colpito le zone del sud della Turchia e del nord della Siria, ma i soccorritori sono comunque riusciti a salvare una bambina di 10 anni. Il suo nome è Hilal Bilgi: dopo 90 ore è stata trovata viva tra le macerie di un appartamento di 7 piani a Hatay.

Come riporta il quotidiano turco Hurriyet, Hilal Bilgi si trovava sotto un blocco di cemento e, con l’approvazione dei parenti, i soccorritori le hanno amputato un braccio con un’operazione eseguita sotto le macerie, dopo aver scavato una galleria per raggiungerla. Solo così è stato possibile salvare la vita della bambina, che nel sisma ha perso i genitori e tre fratelli.

Un’altra storia “miracolosa” riguarda Mohammed, un bimbo di 9 o 10 anni, estratto vivo dopo 80 ore trascorse sotto le macerie di un palazzo crollato nel distretto di Elbistan a Kahramanmaras, sempre in Turchia. Poi anche a Belen: alcuni uomini dell’Afad, l’Autorità turca per la gestione delle calamità, sono riusciti a mettere in salvo un’intera famiglia (padre, madre e tre figli), dopo 82 ore. A Gaziantep, invece, una squadra della Ndrf, la National Disaster Response Force (corpo indiano di risposta alle emergenze) ha salvato Beren, una bimba di sei anni.

Il bilancio del terremoto è salito ora a quasi 22mila morti, di cui 18.342 sono quelle confermate dalle autorità di Ankara, mentre oltre 3.300 sono quelle segnalate in territorio siriano, una zona segnata non solo dalle scosse (dal 6 febbraio se ne sono registrate 650 di assestamento), ma anche dalla guerra civile, che vede opposte le forze governative del dittatore Assad a quelle dei ribelli.

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