All’inizio di questa settimana la modella Tess Holliday, 37 anni, ha condiviso uno spezzone della sua intervista con Today in un post su Instagram e, nella didascalia, ha scritto dell’importanza di “condividere le storie di corpi più grandi come il mio che soffrono di disturbi alimentari“.

La modella plus-size americana ha sottolineato che c’è uno stigma spesso nascosto dietro la diagnosi di anoressia atipica: “L’inclusione di ‘atipico’ è di per sé uno stigma del peso [e] non amo questo termine [e] spero che un giorno potremo cambiarlo“, ha scritto nella didascalia la modella, che ha avuto la sua diagnosi nel maggio del 2021.

Tess Holliday, un anno dopo la diagnosi, ha scritto un saggio per Today dove ha raccontato le reazioni delle persone al suo annuncio. “La gente diceva che stavo mentendo“, ha scritto. “Ci sono persone che credono che l’abbia detto per attirare l’attenzione“.

Holliday ha inoltre scritto nel suo saggio che quando il suo dietologo le ha suggerito per la prima volta che poteva soffrire di anoressia, la stessa modella ha pensato: “Lo vedi quanto sono grassa? Non è possibile che questa parola venga attribuita a una persona della mia taglia“.

Le persone con anoressia atipica hanno tutti “gli stessi comportamenti e sintomidelle persone con anoressia, spiega a Self Alissa Rumsey, MS, RD, autrice di Unapologetic Eating e dietista specializzata in alimentazione intuitiva a New York.

Tuttavia, secondo la definizione clinica del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (il DSM-5), una persona con anoressia “atipica” “non ha un indice di massa corporea (IMC) considerato “sottopeso dal suo medico“, aggiunge Rumsey.

Lo stigma che crea disagio a Holliday e a tutte le persone con anoressia atipica sta proprio nel termine usato: la dicitura “atipica” viene usata per diagnosticare persone che si trovano al di sopra di un range di peso considerato “normale” e questo è errato, perché le persone con anoressia atipica possono comunque sperimentare perdita di peso, malnutrizione e danni psicologici.

Lo stereotipo dell’anoressia che colpisce solo le donne magre, bianche e di classe medio-alta non potrebbe essere più lontano dalla verità“, conferma Rumsey. “I disturbi alimentari colpiscono persone di tutte le taglie, razze e identità di genere“.

Lo stigma può avere ripercussioni anche in ambito sanitario, soprattutto quando si tratta di identificare con precisione un disturbo alimentare. “I disturbi alimentari delle persone di peso elevato spesso non vengono diagnosticati e questo gruppo ha meno probabilità di ricevere un trattamento per i propri disturbi alimentari rispetto alle persone di peso inferiore“, avverte Rumsey.

Secondo l’Associazione Nazionale per l’Anoressia Nervosa e i Disturbi Associati (ANAD), le persone con “corpi più grandi hanno la metà delle probabilità di essere diagnosticate con un disturbo alimentare” rispetto a coloro che hanno un “peso normale” o sono “sottopeso“.

Per questi importanti motivi Tess Holliday ha invitato il pubblico a fare di meglio. “Quando le persone guardano le persone di corporatura più grande, ci vedono come qualcosa di meno, e noi non siamo meno“, ha detto nell’intervista a Today. “La salute non è una bussola morale“.

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