Parlare apertamente di un momento difficile non è mai semplice, anche se fa parte del passato. E i personaggi famosi non fanno eccezione. Ne sa qualcosa Zucchero, che solo ora ha ammesso in maniera chiara di avere capito da vicino cosa significhi la depressione.

Tutto è accaduto quando ha iniziato a essere popolare, dopo avere faticato ad affermarsi in un mondo competitivo come quello della musica. A scatenare quella situazione, a suo dire, è stato il rapporto difficile che si era instaurato con la donna con cui era sposato, Angela Figliè, da cui ha avuto due figli. Il cantante la amava tantissimo, ma sentiva di non essere ricambiato.

Lei mi ha massacrato – ha raccontato Zucchero in un’intervista ad Aldo Cazzullo al Corriere della SeraPerò a suo modo è stata una fonte di ispirazione. Ora vorrebbe i diritti di autore… È stato un grande amore. Ed è stato un inferno”.

La fine di quella relazione lo aveva gettato nella disperazione, soprattutto perché lui era pronto a fare il possibile per renderla felice: “Una notte mi disse: ‘Ti lascio, non ti amo più’. Ma non so se mi abbia mai amato davvero, di sicuro ‘Ti amo’ non me l’ha mai detto, e neanche ‘Ti voglio bene’. Mai. E la mia presunzione era farla sorridere, renderla felice. Volevo prenderle una casa vicino a sua madre, e mi indebitai di 500 milioni. Così scivolai nella depressione. Non sapevo dove prendere il denaro, dovevo pagare 50 milioni ogni sei mesi; la prima rata me l’aveva garantita un impresario, in cambio di una tournée al Sud. Vado a Roma a ritirare i soldi, e mi dice che non ci sono. Mancano quattro giorni alla scadenza, se non pago ci portano via la casa. E nel frattempo era arrivata la seconda figlia”.

Nemmeno dedicarsi al lavoro era per il cantante una grande consolazione, anzi in quella fase ha iniziato anche a pensare di togliersi la vita non sapendo come andare avanti e non sopportando la sofferenza che avvertiva dentro di sé: “Volevo farmi fuori. Stavo malissimo. Attacchi di panico fortissimi, cose che non auguro a nessuno. Prendevo il Prozac ma non sentivo più niente. Mi sono capitate cose bellissime, ma non me le sono godute. Ero al massimo del successo e non volevo più salire sul palco”.

Una tournée si è rivelata determinante per permettergli di risollevarsi, anche se è stato necessario poter contare sul sostegno di una persona qualificata ad aiutarlo: “Mi piazzarono dietro uno strizzacervelli. Sono stato l’unico rocker ad andare in tournée con lo psichiatra al seguito. Mi dissero: ‘Lui ti da la pasticca, e tu suoni’. Altrimenti ti ricoveriamo all’ospedale psichiatrico di Pisa, e devi restarci un mese, perché se annulliamo la tournée faranno i controlli” – ha concluso.

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