"Non meno di 30 anni di carcere per chi uccide una donna incinta", presentato il ddl Ronzulli

Il ddl presentato in Senato dalla capogruppo di Forza Italia Licia Ronzulli dopo il femminicidio di Giulia Tramontano: pene non inferiori ai 30 anni per chi uccide una donna incinta.

Il femminicidio di Giulia Tramontano ha scosso, per brutalità ed efferatezza, tutto il Paese, dividendo anche l’opinione pubblica su un tema specifico: essendo la ventinovenne incinta di sette mesi, si deve parlare di duplice omicidio?

Secondo la capogruppo di Forza Italia Licia Ronzulli sì, stando al disegno di legge presentato a Palazzo Madama che prevede una reclusione non inferiore ai 30 anni per chi uccide una donna in stato di gravidanza.

Quello di Giulia Tramontano è solo l’ultimo di una lunga serie di femminicidi nel nostro Paese – scrive Ronzulli nella relazione al ddl, visionata da Adkronos – nei primi mesi del 2023 sono 14 le donne uccise in Italia, nel 2022 le vittime sono state 55 e nel 2021 quasi 70 secondo i dati del Viminale.

Ma la senatrice ha voluto evidenziare un ulteriore aspetto:

[…] nei numerosi altri casi registratisi nel corso degli ultimi venti anni, per l’omicidio di una donna incinta i rispettivi assassini sono stati condannati esclusivamente per l’omicidio della madre e non anche per quello del nascituro. [la legge italiana] attualmente non prevede il riconoscimento del duplice omicidio in caso di assassinio di una donna in stato di gravidanza, indipendentemente dal mese di avanzamento della stessa.

Giulia Tramontano, infatti, non è la prima donna in stato di gravidanza a essere stata uccisa da un compagno o ex: il suo caso ha richiamato alla memoria quello di Jennifer Zacconi, ventenne sepolta viva nel 2006 , incinta al nono mese, da Lucio Niero; nel 2015 fu invece Eligia Ardita, incinta di otto mesi, a essere uccisa dal marito Christian Leonardi. Il 22 novembre 2019 venne uccisa Ana Maria Lacramioara Di Piazza, e nel 2022 il suo assassino, Antonino Borgia, si è visto revocare l’ergastolo, commutato in una pena a 19 anni per omicidio volontario.

Proprio da qui la proposta di Forza Italia, che vuole che sia riconosciuto “il duplice omicidio quando la vittima di un delitto è una donna in gravidanza, prevedendo pene più gravi”.

Forza italia intende modificare il Codice Penale, aggiungendo, dopo l’articolo 575 (omicidio),

Chiunque cagiona la morte di una donna in stato di gravidanza è punito con la reclusione non inferiore ad anni trenta.

Del resto, già lo scorso 7 giugno, ospite di Porta a Porta, Ronzulli aveva annunciato l’intenzione di presentare il ddl:

La tragica morte di Giulia Tramontano è stata per tutti una notizia atroce che fa riflettere anche dal punto di vista penale, perché non c’è dubbio che si tratti di un duplice omicidio perché oltre a quella di Giulia è stata spezzata anche un’altra vita che al settimo mese di gravidanza avrebbe potuto nascere in qualsiasi momento.

Ronzulli in quell’occasione ha inoltre aggiunto che:

La contestazione dell’interruzione di gravidanza non consensuale [è questo infatti il secondo capo d’imputazione contestato ad Alessandro Impagnatiello, ndr.] non risponde alla realtà dei fatti.

È chiaro che il ddl Ronzulli potrebbe aprire nuovamente il dibattito sull’interruzione volontaria di gravidanza, perché, se i femminicidi di donne incinte dovessero essere giudicati, e quindi puniti, come duplici omicidi si verrebbe a configurare lo scenario per cui il feto sarebbe considerato a tutti gli effetti come avente diritti giuridici (ipotesi, peraltro, già avanzata dal senatore Maurizio Gasparri a ottobre 2022), aprendo a possibili revisioni della 194. Del resto, è difficile non notare la rapidità con cui il mondo della politica ha reagito a un fatto tanto traumatico, come appunto il femminicidio di Giulia Tramontano, e come sia stato solerte a cercare e proporre soluzioni, mentre la stessa sollecitudine non si ha rispetto alla piaga, sistematica e sistemica, dei femminicidi.

La vita delle donne, e la loro tutela, dovrebbe essere interesse dello Stato al di là di ogni enfasi maternalista, in quanto donne e non perché gestanti, o madri.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!