"I tuoi occhi parlano", il post di Arianna Rapaccioni per Mihajlovic dopo l'ospedale

Il CT del Bologna è stato dimesso il 2 maggio dal Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, dopo il ricovero per una recrudescenza della leucemia. Circondato dagli affetti dei suoi cari l’allenatore è stato immortalato mentre faceva una passeggiata a Roma con la moglie e la loro nipotina Violante.

Sinisa Mihajlovic è tornato a casa, dopo il ricovero in ospedale per una recrudescenza della leucemia. Il CT del Bologna è stato dimesso il 2 maggio dal Policlinico Sant’Orsola-Malpighi e, anche se la strada per la guarigione è ancora lunga, può tornare a sorridere insieme alla sua famiglia e ad Arianna Rapaccioni, sua moglie dal 1996, che sui social ha pubblicato i primi scatti del suo rientro.

Circondato dagli affetti dei suoi cari l’allenatore è stato immortalato mentre faceva una passeggiata a Roma con la compagna e la loro nipotina Violante, nata a ottobre 2021 dall’amore della loro figlia Virginia con il compagno Alessandro Vogliacco, calciatore.

“La vera ricchezza…”, ha scritto Arianna Rapaccioni nella caption delle foto, aggiungendo un cuore. “Bentornato nonnino, ci sei mancato tanto”, ha invece commentato nelle storie Instagram la sua primogenita di Mihajlovic. Tanto affetto e sostegno in un momento delicato che ha visto nuovamente l’incubo della leucemia ripresentarsi nelle loro vite.

Il giorno prima della passeggiata al laghetto di Tor di Quinto con il marito, Arianna Rapaccioni aveva postato una primo piano del mister, dedicandogli parole dolcissime: “Che dire del tuo sorriso …..e i tuoi occhi ? Parlano”, ha scritto commentando lo sguardo di Mihajlovic.

Il 26 marzo l’allenatore aveva annunciato il ritorno della malattia: “Si può cadere, ma bisogna trovare la forza per rialzarsi”, aveva detto nella conferenza stampa dove dava anche notizia di doversi prendere una pausa dalla sua carriera. Dopo due anni la leucemia si è ripresentata nella vita del tecnico ma lui è pronto nuovamente a dargli battaglia:

“Devo iniziare un percorso terapeutico per evitare complicanze. Si vede che questa malattia è molto coraggiosa per tornare ad affrontare uno come me. Se non gli è bastata la prima lezione, gliene daremo un’altra”.

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