A dare la notizia della morte di Indi Gregory è stato il padre Dean Gregory, in un’intervista con LaPresse. La bambina di 8 mesi, gravemente malata dalla nascita, è morta nella notte tra domenica e lunedì in una hospice, una struttura inglese specializzata nell’alleviamento del dolore e dei sintomi delle persone affette da malattie terminali.

Indi Gregory era affetta fin dalla nascita da una grave malattia mitocondriale – che impedisce lo sviluppo dei muscoli -, definita dai medici da subito incurabile. I malfunzionamenti dovuti ai mitocondri possono causare numerose malattie, anche debilitanti, e che possono portare alla perdita della vista, della mobilità e nei casi più gravi alla morte. La bambina era stata ricoverata inizialmente all’ospedale Queen’s Medical Center di Nottingham.

La vicenda di Indi Gregory è stata molto seguita nel nostro Paese, perché il governo le aveva dato la cittadinanza italiana per facilitare un suo eventuale trasferimento dall’Inghilterra all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che si era offerto di tentare una cura sperimentale sulla bambina.

Il conferimento della cittadinanza italiana a Indi Gregory, comunque, non vincolava in nessun caso la decisione dei tribunali britannici, che hanno deciso per la sospensione delle cure alla bambina.

L’Alta Corte britannica, infatti, ha ribadito la sua decisione di spegnere le macchine che la mantenevano in vita, ritenute dai medici una forma di accanimento terapeutico. I giudici hanno assecondato la posizione dei medici, che fin dalla nascita della bambina avevano dichiarato che la continuazione delle terapie le avrebbe causato solo sofferenze.

Dopo il pronunciamento dei giudici dell’Alta Corte nei giorni scorsi i genitori di Indi Gregory avevano presentato ricorso alla Corte d’Appello e alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) a Strasburgo, ma anche in questi casi i giudici hanno confermato la posizione dei medici inglesi. Poi, il 2 novembre, la coppia aveva chiesto il trasferimento della figlia all’ospedale Bambino Gesù di Roma e dopo la concessione della cittadinanza italiana alla bambina i due avevano ottenuto una nuova udienza all’Alta Corte, che però ha negato il trasferimento mantenendosi sulla precedente decisione di sospendere le cure.

Venerdì 10 novembre i genitori di Indi Gregory hanno perso anche il ricorso per tentare di far sospendere le cure alla figlia a casa loro, in quanto il tribunale ha ritenuto più appropriato che le cure fossero sospese in una hospice, struttura creata appositamente per consentire l’alleviamento del dolore e dei sintomi dei pazienti in fine vita.

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