La polizia londinese ha comunicato sono stati recuperati dal Tamigi un totale di 324 corpi dal 2012 ad oggi, 45 solo nel 2023.

La maggior parte dei corpi è stata trovata galleggiante sull’acqua, ma anche sulle distese fangose del fiume e sulle spiagge. Secondo i dati della polizia metropolitana, nel 2021 sono stati scoperti 23 corpi nel tratto urbano del Tamigi. Questo numero è diminuito rispetto ai 27 corpi del 2019, ai 30 del 2017 e ai 38 del 2015. Non si sa per quale motivo i dati del 2023 siano invece così alti rispetto alla media.

Si stima che lungo le 213 miglia del Tamigi, un cadavere venga portato a riva in media una volta alla settimana. “Il numero di corpi che recuperiamo è abbastanza costante da circa 50 anni. Circa 28-40 all’anno. La media è probabilmente di circa 30”, ha dichiarato un membro del team MPU.

Secondo i dati dei servizi di emergenza PLA, si legge sul The Guardian, nel corso del 2022 sono stati registrati almeno 847 incidenti sul fiume. Tra questi, almeno 109 persone sono finite in acqua ma sono riuscite a sopravvivere, mentre 27 persone hanno perso la vita.

La causa di morte principale è il suicidio, secondo quanto dichiarato dall’agente del MPU intervistato dal Guardian. L’uomo ha affermato che alcuni dei corpi appartengono a individui affetti da gravi disturbi mentali, mentre una minoranza è costituita da persone annegate a seguito di un incidente. Pochissimi casi sono il risultato di omicidi.

Cadendo nel fiume, i corpi possono subire gravi mutilazioni causate dalle eliche delle barche, dai chiodi presenti nei moli, dai detriti fluviali o dall’azione delle maree che li trascinano avanti e indietro lungo il letto del fiume. In alcuni casi, ai parenti viene sconsigliato di vedere le fotografie dei corpi.

Le acque del Tamigi sono estremamente pericolose. Non solo la corrente è molto veloce, ma anche le temperature sono molto basse e in alcuni punti la profondità è significativa. Come affermato dal comandante Jon Savell: “In questa stagione, il Tamigi scorre rapidamente, è molto ampio e pieno di ostacoli. È estremamente probabile che, se qualcuno cade in acqua, non riemerga per almeno un mese e potrebbe non riapparire mai”.

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