Il doppio suicidio dei coniugi Paolo Neri e Stefania Platania, trovati senza vita la sera di sabato, ha acceso i riflettori sulla setta Ramtha, facendo tornare in auge il dibattito sui potenziali pericoli nascosti dietro sette di questo tipo, di cui anche noi nel passato vi abbiamo raccontato in diversi articoli.

È opportuno chiarire fin da subito che, al momento, non esiste alcuna correlazione accertata tra la morte di Neri e Platania e la loro appartenenza a Ramtha; non è possibile, insomma, stabilire in maniera inconfutabile che il loro suicidio – entrambi si sono uccisi contemporaneamente con un colpo di pistola in bocca – abbia rappresentato una sorta di “rituale” o di sacrificio dovuto alla setta di cui erano adepti, e per cui avevano comprato una seconda casa, oltre a quella romana, a Santa Sofia, frazione di Spinello, in provincia di Forlì, dove Ramtha ha costruito, negli anni, una nutrita comunità.

Come detto, però, la loro morte ha inevitabilmente posto il focus sulla setta, e su chi ne fa parte, adesso chiuso in uno strettissimo riserbo nei bunker costruiti nelle loro villette sull’Appennino forlivese; nessuno vuole parlare di quanto successo a Neri e Platania, eccezion fatta per un comunicato che arriva dagli Stati Uniti dal portavoce della medium Judy Zebra “Jz” Knight, fondatrice della Ramtha’s School of Enlightenment da cui tutto ha avuto inizio:

Paolo Neri e Stefania Platania hanno frequentato i nostri corsi tra il 2003 e il 2012 – si legge, fra le altre cose, nel comunicato, in cui si aggiunge anche che la Scuola – non ha avuto contatti con loro dall’ultima volta che hanno partecipato a un seminario 10 anni fa.

I concetti fondamentali insegnati nella Scuola sottolineano la sacralità della vita umana. La scelta fatta dalla coppia è tragica e non rispecchia assolutamente la nostra filosofia.

Una presa di distanze con cui la Scuola chiarisce di non aver alcuna responsabilità rispetto a quanto successo. Ma cos’è, nel dettaglio, la setta Ramtha?

Le origini della setta Ramtha e la sua diffusione in Italia

Nata nel 1987, la Ramtha’s School of Enlightenment – la Scuola di Illuminazione – come detto è stata fondata da Judith Darlene “JZ” Knight, una casalinga di Tacoma, Washington, nata nel 1946, che nel 1977 avrebbe avuto incontrato un’entità spirituale identificatasi come Ramtha l’Illuminato, un guerriero morto da più di 35 mila anni. Knight sostenne di essere diventata la “canalizzatrice” di Ramtha, dando prova di quanto diceva entrando in stato di trance e risvegliandosi per parlare con il pubblico con una voce diversa.

Ramtha, parlando dunque attraverso di lei, avrebbe ricordato ai suoi adepti, chiamati “maestri” di essere creativi e divini. L’esoterismo gnostico della Scuola di Illuminazione prevede infatti che gli individui siano stati creati come essere divini, e poi intrappolati in questo mondo; per tornare allo stato divino di appartenenza propone quindi una serie di pratiche spirituali.

Come molte altre sette, anche la Ramtha’s School of Enlightenment ha ricevuto molte critiche, tanto che il movimento New Age se ne è completamente distaccato.

Fra le profezie portate avanti da Ramtha ci sarebbe anche quello sulla fine del mondo che, seguendo il calendario Maya, sarebbe dovuta avvenire il 21 dicembre 2012; questo è esattamente il motivo per cui i seguaci della setta avrebbero comprato casa a Spinello per poi costruirvi un bunker, dove nascondersi in attesa dell’Apocalisse.

Proprio lì, nel centro di Sportilia, la Scuola ha tenuto i suoi corsi almeno fino a due anni fa, prima dello scoppio della pandemia di Covid.

Il sindaco di Santa Sofia Daniele Valbonesi ha tenuto però a precisare che i seguaci di Ramtha non hanno mai causato problemi negli anni: “Si sono integrati benissimo. Molti sono diventati santasofiesi, anche se nessun santasofiese è diventato Ramtha”. Motivo per cui in paese quasi nessuno è convinto che esista un legame tra la morte dei due coniugi e la setta.

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