Stop alla Hot chip challenge, la "patatina più piccante al mondo" (che mette in pericolo i ragazzi)

L’AGCM ha interrotto la vendita del prodotto, il quale incoraggiava i giovani a consumare una singola patatina ultra-piccante e postare il risultato sui social media “senza un’adeguata comunicazione delle informazioni sui rischi per la salute”.

Stop alla Hot Chip Challenge, la sfida a mangiare la patatina più piccante al mondo. A deciderlo l’Autorità Garante della Concorrenza, la quale ha chiuso il procedimento avviato contro la società Dave’s s.r.l., distributrice in Italia del prodotto ‘Hot Chip Challenge’ della società ceca Hot-Chip. L’Antitrust aveva infatti individuato  “profili di illegittimità” nella pratica commerciale di pubblicità e vendita, a causa della sfida “rivolta perlopiù a consumatori adolescenti anche attraverso i social media, tra l’altro senza un’adeguata comunicazione delle informazioni sui rischi per la salute connessi all’uso del prodotto”, come si legge nella nota.

Diffusasi di recente anche nel nostro Paese dopo aver spopolato negli Stati Uniti, la challenge consisteva nell’ingerire una singola tortilla ultra-piccante e postare sui social la sfida dopo aver atteso il più possibile prima di bere o mangiare altri alimenti. Una pratica commerciale, adottata da diverse società, che aveva fatto parecchio discutere: ora, la vendita e la pubblicità del prodotto a marchio Hot-Chip, commercializzato in Italia, saranno messe al bando grazie all’intervento dell’Antitrust.

Nella sua nota, l’AGCM ha anche contestato “la mancanza di informazioni rilevanti su un prodotto alimentare che poteva mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, specie su bambini o adolescenti”, intervenendo  “con successo per tutelare i consumatori più giovani e più influenzabili da messaggi che li inducono a mangiare prodotti anche pericolosi, facendo leva sulla loro propensione ad accogliere le sfide lanciate sui social media”.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, si è detto entusiasta del risultato: “Vittoria importante, già da noi preannunciata a dicembre, quando, grazie al nostro esposto all’Antitrust e all’apertura del procedimento, la società che commercializzava la patatina super piccante aveva deciso subito di sospenderne la vendita e di rimuoverla dai suoi listini”, si legge sul sito dell’associazione.

Non possiamo, quindi, che esprimere ora soddisfazione per questo risultato che tutela la salute e la sicurezza dei consumatori, specie quelli più fragili e vulnerabili in quanto minori ed adolescenti. Il richiamo ad una challenge, ossia ad una sfida, era infatti un modo improprio di rendere più attraente il prodotto, inducendo i ragazzi a trascurare le normali regole di prudenza e vigilanza”, ha concluso quindi Dona. Negli scorsi mesi, su esposto dell’Unione nazionale consumatori, il Nas dei Carabinieri e il ministero della Salute stavano indagando sulla patatina, commercializzata anche nei distributori automatici e quindi accessibile ai minori.

La challenge aveva fatto discutere in Italia dopo il caso del tiktoker Diego Simili, finito in ospedale dopo aver ingerito una tortilla che conteneva i peperoncini Carolina reaper e Trinidad scorpion. “Sono finito in ospedale dopo aver mangiato la patatina più piccante del mondo. All’inizio sembrava tutto bene, poi ho iniziato a stare malissimo”, aveva raccontato il giovane in un video TikTok. Pochi mesi prima, negli Stati Uniti, lo studente quattordicenne Harris Wolobah era deceduto dopo aver ingerito una delle patatine della challenge, a marchio Paqui.

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