Licenziata dall'As Roma per un video hot che la riguarda: cosa sappiamo finora

La società capitolina avrebbe licenziato una dipendente (e il suo compagno) dopo che un giocatore delle giovanili avrebbe rubato un video intimo dal suo telefono. Il club assicura che la decisione è arrivata per altri ragioni, ma ciò che fa discutere è che al calciatore non è stata comminata neppure una sanzione.

Non c’è ancora una replica ufficiale, che è attesa in giornata, da parte della As Roma, ma una versione ufficiosa sarebbe stata diffusa dal club, come riporta Open, in merito alla vicenda del licenziamento di un’impiegata della società a causa della diffusione di un video dal contenuto intimo, che le sarebbe stato sottratto con l’inganno dal telefono da un giovane giocatore.

Andiamo con ordine: qualche giorno fa un vero e proprio terremoto ha scosso la società capitolina, rea di aver licenziato in tronco un’impiegata trentenne, a cui un giocatore della Primavera, con qualche convocazione anche in prima squadra all’epoca dell’ormai ex tecnico giallorosso José Mourinho, avrebbe letteralmente rubato un video intimo che la ritraeva assieme al suo fidanzato, dal suo smartphone.

Il calciatore, approfittando anche dell’amicizia nata con la ragazza, le avrebbe chiesto in prestito il telefonino per chiamare il procuratore, ma avrebbe poi frugato tra i file privati, scoprendo il filmato (di cui probabilmente sarebbe già stato a conoscenza, ma se su questo punto non c’è alcuna certezza), che avrebbe girato prima a se stesso e poi ad altri. Il video si sarebbe ben presto diffuso all’interno del centro sportivo Fulvio Bernardini, a Trigoria, passando tra calciatori, tecnici e impiegati.

Fino ad arrivare alla dirigenza, in particolare all’ex general manager Thiago Pinto, che avrebbe quindi deciso di allontanare la ragazza, impiegata proprio nel settore giovanile, il 9 novembre scorso, motivando la decisione con una lettera firmata dall’avvocato Lorenzo Vitali e dalla business partner delle risorse umane Arianna Sorrentino, in cui si legge che “È stato portato all’attenzione della direzione Risorse umane e dei vertici aziendali un video che inconfondibilmente la ritrae nel compimento di atti sessuali. Purtroppo ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della società”, a cui è seguita la decisione di licenziare la diretta interessata per “incompatibilità della prosecuzione del suo rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell’attività della società”.

Poco prima, il 4 ottobre, il ragazzo della Primavera aveva confessato in lacrime a Vito Scala, preparatore personale di Totti rimasto nella Roma anche dopo l’addio del capitano, di essere lui il responsabile della diffusione del video. Attualmente, però, la società non ha fornito alcuna spiegazione su eventuali iniziative disciplinari nei suoi confronti. Di certo si sa che la ragazza coinvolta, assistita dall’avvocato Francesco Bronzini, in questi mesi ha chiesto, invano, il reintegro in società, motivo per cui adesso la via giudiziaria sembra essere l’unica percorribile.

Rischia molto sul piano penale, ovviamente, il responsabile della diffusione del video: in base all’articolo 612 ter del Codice Penale, che disciplina la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, la sottrazione e la condivisione di video costituiscono reati perseguibili a querela con pene fino a 6 anni e multe da 5 mila a 15 mila euro, pena che si applica anche a chi li inoltra successivamente. Ragion per cui si prospetta un maxi sequestro di smartphone a Trigoria.

Ma veniamo alla versione ufficiosa della Roma cui accennavamo in apertura di articolo: secondo il club della capitale il video in questione riguarderebbe la ragazza e il fidanzato, anch’egli dipendente del club nonché suo diretto superiore e, come lei, licenziato dopo la diffusione. In secondo luogo, il rapporto tra i due si sarebbe consumato proprio all’interno del centro sportivo Fulvio Bernardini, quindi sul luogo di lavoro. Circostanze, entrambe, in disaccordo con la policy aziendale. Infine, il terzo punto: nel filmato sarebbero presenti conversazioni contrarie all’etica professionale dei dipendenti, in quanto la coppia avrebbe espresso giudizi rispetto agli altri lavoratori della società di proprietà di Dan Friedkin.

Violazioni all’etica professionale che, tuttavia, non sono menzionate nella lettera fatta arrivare ai diretti interessati, particolare che, nell’ottica di un contenzioso di fronte al giudice del lavoro, potrebbe rivelarsi importante. Open, che come detto ha raccolto la versione ufficiosa della società, scrive che esistono effettivamente accenni ai colleghi di lavoro nel video, anche se l’avvocato Bronzini ha dichiarato recisamente il contrario.

È comunque attesa per oggi l’uscita della versione ufficiale del club, che dovrà spiegare i motivi del licenziamento e che al momento, dopo aver avviato una massiccia campagna di licenziamenti, ha contenziosi aperti con il personale per circa 15 milioni di euro. Nel frattempo, inevitabilmente, non sono mancate le reazioni, a partire dal portavoce di Amnesty Internationat Italia, Riccardo Noury, che ha dichiarato: “Mi auguro che nell’ambiente della Roma (alti dirigenti, calciatori e calciatrici, tifosi) ci sarà chi prenderà posizione contro un provvedimento insensato e che questo venga annullato”.

Elisabetta Piccolotti, deputata dell’Alleanza Verdi, ha parlato invece di “ambiente misogino e maschilista”, riferendosi al mondo del calcio, aggiungendo: “Se tutto fosse vero saremmo di fronte ad un’ingiustizia colossale figlia del più becero maschilismo: questa donna sarebbe vittima due volte, prima perché umiliata e violata nella sua intimità da decine di uomini e poi perché punita, con un licenziamento in tronco dopo 10 anni di contratto, al posto loro”.

Motivo per cui il caso si prepara a finire anche in Parlamento: “Presenteremo quindi un’interrogazione alla Ministra del Lavoro Calderone, alla Ministra delle Pari Opportunità Roccella e al Ministro dello Sport Abodi – ha spiegato Piccolotti – perché si faccia chiarezza su questa vicenda. Se tutto dovessero essere confermato, sarà bene che qualcuno spieghi con sanzioni e provvedimenti all’As Roma che non siamo più nel Medioevo, che il mondo è cambiato e che le donne non accettano più di essere trattate come tappetini da piedi”.

La stragrande maggioranza dei tifosi giallorossi disapprova la decisione della società, come sottolineato anche dalla scrittrice Valentina Mira in una storia pubblicata su Instagram.

Fonte: instagram @valmjra

Ci sono sicuramente ancora molti punti su cui occorrerà fare maggiore chiarezza, anche per questo sarebbe importante raccogliere la versione ufficiale del club; ciò che lascia sconcertati, al momento, è però il fatto che al responsabile – peraltro reo confesso – della diffusione del video sembra non essere stata comminata alcuna sanzione da parte della società di cui è dipendente. Un atteggiamento a dir poco discutibile, in un contesto storico in cui il revenge porn (anche se sarebbe meglio parlare di imaged-based sexual abuse) è finalmente punito dalla legge.

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