"Hanno ucciso un'ostetrica": Zahra Mirzaei e le parole della figlia di 12 anni

L'ostetrica afghana Zahra Mirzaei è fuggita dal Paese per salvare i figli dai talebani. Alcuni di loro avevano già ucciso un'ostetrica che si era rifiutata di abbandonare una donna in travaglio.

Era stato aperto da poco in Afghanistan il primo centro di nascita guidato da ostetriche, un simbolo di speranza per tutte le donne afghane e per l’allora presidente dell’Associazione Zahra Mirzaei. Un sogno che però si è infranto con il colpo di stato dei talebani e la caduta del governo.

Nominata nel 2020 da Women in Global Health una delle 100 infermiere, ostetriche e leader eccezionali che forniscono servizi sanitari in tempi difficili, Zahra Mirzaei aveva iniziato a ricevere donne incinte nel centro a giugno. Poco più di un anno prima, un devastante attacco da parte di uomini armati nel reparto maternità dell’ospedale locale aveva provocato la morte di 24 persone, tra cui 16 madri, due bambini piccoli e un’ostetrica (Maryam Noorzad) che si era rifiutata di abbandonare una donna in travaglio.

Dimostrando un enorme coraggio, la donna aveva infatti ignorato le urla dei talebani e aveva continuato ad assistere la futura madre fino alla nascita del bambino. Maryam, la madre e il neonato sono poi stai uccisi dalle milizie talebane.

“Hanno ucciso un’ostetrica che cercava solo di aiutare una madre” ha dichiarato Zahra. “Il bambino stava per nascere e dopo che è nato è entrato un sicario e li ha uccisi tutti e tre”.

“La prima cosa che hanno sentito questi neonati venendo alla luce è stato il rumore degli spari”, aveva twittato Shaharzad Akbar, il presidente della commissione indipendente per i diritti umani dell’Afghanistan dopo l’accaduto. “Le loro vite, come le nostre, continueranno a essere modellate dalla guerra?”

Un orrore indicibile che ha spinto Zahra a non arrendersi e a continuare la sua battaglia.

Il crollo improvviso del governo, però, ha distrutto tutto il grande lavoro portato avanti da Zahra e dal suo team di donne coraggiose:

“Improvvisamente tutto ciò per cui avevo lavorato instancabilmente era in pericolo”, ha affermato Zahra. “I precedenti governi talebani hanno ucciso migliaia di persone senza alcun motivo. Inoltre sapevo che il mio lavoro femminista e la fede nell’uguaglianza delle donne non sarebbero mai stati accettati dal regime talebano”. Zahra ha quindi dovuto prendere la decisione più difficile: mollare tutto e fuggire dal Paese con i suoi tre figli.

Una decisione presa nel cuore della notte, subito dopo la caduta di Kabul nelle mani dei talebani. Zahra ha raccontato di esser stata svegliata dai singhiozzi della figlia di 12 anni: “Sono andata da lei e lei ha detto: ‘Mamma, ho paura che quando sarò più grande verranno i talebani a prendermi, mi costringeranno a sposarmi e non potrò più andare a scuola’. Sono state parole così dolorose da sentire che ho promesso di tirarci fuori da quella situazione”.

Zahra e la sua famiglia sono usciti di casa all’una di notte del 23 agosto. Lei indossava le stesse, logore pantofole con cui aveva lasciato per l’ultima volta il suo ufficio. Dopo 12 ore di terribile attesa in una fogna vicino all’aeroporto, le truppe statunitensi li hanno trasportati in aereo in Qatar. Da lì sono stati trasferiti in un campo profughi nel sud della Spagna.

Nonostante la fuga, Zahra continua a far parte del comitato consultivo dell’associazione e sta lavorando a distanza per supportarla. La scelta della nuova Presidente è ricaduta su una donna di un diverso gruppo etnico, che ha maggiori probabilità di essere accettata dal regime.

“Le ostetriche sopravvissute hanno detto all’Associazione delle Ostetriche Afghane che non temono gli uomini armati e gli attacchi, e che nulla può impedire loro di servire madri e bambini”, ha affermato orgogliosa Zahra.

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